FINESTRA SUL CORTILE
di Cesare Cioni

(da "DVD World" n. 16, Marzo 2001)
 
 
 

CENSURA E AUTOCENSURA

The Fantasia Anthology

Ho da poco ricevuto la Fantasia Anthology, uno splendido cofanetto realizzato dalla Disney per il mercato americano, e che purtroppo non è stato distribuito anche in Italia, presumibilmente per i costi relativi alla localizzazione. C'è da sperare che la diffusione del supporto anche da noi spinga l'editore a seguire la strada già intrapresa da altri, come per esempio la Fox che - nonostante l'incidente di percorso di Balla coi lupi di cui abbiamo parlato a sufficienza la volta scorsa - ha pubblicato anche in Italia le edizioni speciali di Independence Day, The Abyss e Braveheart, seguendo l'esempio dell'edizione in due dischi di Men In Black distribuito dalla Columbia un paio di mesi fa.
Se le edizioni italiane di Fantasia e Fantasia 2000 sono al di sopra della media - ottimi riversamenti, arricchiti da contenuti speciali come cortometraggi o sequenze inedite - la Fantasia Anthology è una vera cornucopia di informazioni, materiale aggiuntivo e caratteristiche speciali che la rendono unica. Due dischi sono dedicati ai singoli film, con doppia colonna sonora in Dolby Digital 5.1 e  DTS (Fantasia fu uno dei primi film a essere registrati con audio multicanale) e contengono interviste, cortometraggi, e commenti audio - incluso uno addirittura di Walt Disney stesso, ricavato da una serie di interviste radiofoniche. Il terzo disco, The Fantasia Legacy, è il più interessante: ogni sequenza dei due film viene analizzata in profondità, con interviste, commenti, disegni preparatori e storyboards, versioni alternative, informazioni sulla musica, per quasi tre ore di materiale video più un'infinità di disegni e bozzetti, tanto da necessitare di una mappa per la navigazione, cortesemente inclusa nel cofanetto. Un'edizione assolutamente imperdibile, in cui anche la minore risoluzione del sistema TV NTSC è compensata dal fatto che la pellicola (e quindi anche la musica) vengono proiettate alla velocità corretta, senza l'accelerazione del 4% richiesta dai sistemi europei PAL.
Il cofanetto ha un solo difetto. Il disco americano si vanta esplicitamente di essere "La versione integrale voluta da Walt Disney" perché sono state ripristinate le introduzioni del musicologo Deems Taylor alle singole sequenze; ma in effetti, come già accadde in occasione della pubblicazione della videocassetta alcuni anni fa, e com'è possibile verificare anche nel DVD pubblicato in Italia, il film è visibilmente censurato. E questo ci porta all'argomento principale di questo mese.

Censura e classificazione

Come genitore responsabile di tre bambini in varie fasce di età, sono assolutamente favorevole all'utilizzo nell'home video di una forma di classificazione rigorosa che mi permetta di valutare se un film che io non ho ancora visto possa essere adatto ai miei figli. La classificazione attualmente utilizzata in Italia sui supporti video è a mio giudizio del tutto inadeguata, e indica come "Film per tutti" pellicole come Braveheart, Starship Troopers, Alien o Face Off, decisamente inadatte per un bambino persino nella versione abbondantemente rimaneggiata che viene trasmessa dai network televisivi, e in altri paesi addirittura vietati ai minori di una certa età. Sarei molto più favorevole a un'indicazione articolata come quella che la BBFC (British Board of Film Censors, http://www.bbfc.co.uk) fa apporre sulle videocassette, e che oltre ad indicare a quale età ne è appropriata la visione, ne indica il perché suddividendone i motivi in quattro categorie: "Linguaggio", "Sesso/Nudità", "Violenza", "Altro". Queste indicazioni permettono a un genitore una valutazione basata sui propri principi educativi e e sulla maturità emotiva dei suoi figli, che come qualunque genitore sa variano non poco da bambino a bambino.
Come cittadino adulto di una democrazia moderna, d'altra parte, sono per principio contrario a qualunque forma di censura preventiva nei riguardi degli adulti (pur rendendomi conto che esistono zone limite oltre le quali si sconfina nel patologico e nel criminale, ma questo diventa argomento per le corti di giustizia); la già citata BBFC rappresenta uno degli esempi più odiosi di censura, in quanto in Gran Bretagna questo organismo può imporre tagli o divieti assoluti di distribuzione anche agli adulti. In alcuni casi le censure della BBFC si ripercuotono anche sul nostro mercato, se viene usato un solo master per tutta l'Europa (come nel caso del DVD italiano di Braveheart, nel quale una scena particolarmente violenta presente al cinema e in videocassetta è stata "reinquadrata" per ridurne l'impatto); e in ogni caso devono rendere estremamente cauti coloro che acquistano dischi dall'Inghilterra (sono tagliate o modificate, tra l'altro, le edizioni inglesi degli ultimi James Bond, Pulp Fiction, e perfino Mulan!).

Disney e il "politically correct"

Nel caso di Fantasia, tuttavia, siamo di fronte a un caso leggermente diverso: l'edizione attualmente disponibile del film, infatti, è stata modificata dalla Disney stessa per evitare di offendere la sensibilità di parte del pubblico.
La versione originale del film contiene, nella sequenza "mitologica" ispirata alla Sinfonia Pastorale di Beethoven, alcune sequenze in cui le "centaurine" vengono accudite da altre centaurine dalla pelle nera e dai tratti razziali caricaturalmente marcati. Sono pochi secondi - una ventina in tutto - che però riflettono chiaramente la concezione sociale e razziale degli Stati Uniti dell'epoca, in cui la popolazione di colore veniva decisamente considerata di seconda classe e idonea solo ai lavori più umili (come del resto si può verificare in parecchi film dell'epoca).
Da alcuni anni a questa parte - si dice per volontà dI Walt Disney stesso - la sequenza è stata modificata reinquardando i fotogrammi incriminati in modo da eliminare i personaggi che potevano offendere la sensibilità degli spettatori di colore. L'alterazione, piuttosto vistosa per l'evidente "sgranatura" dell'immagine, è presente anche nella nuova edizione che si dice "integrale".
Personalmente sono contrario a qualunque forma di razzismo, e le immagini in questione (che sono riuscito a recuperare da una registrazione televisiva di una quindicina d'anni fa) possono effettivamente essere offensive, e ciò è ancora più grave in un film destinato anche ai bambini. Tuttavia mi disturba profondamente il fatto che in base a una sensibilità moderna (e fortunatamente diversa!) si sia voluto modificare quello che, come qualunque altra opera scritta, dipinta o filmata, è un documento storico, rappresentativo di un'epoca e di un costume; mi sembra un tentativo di "riscrivere il passato" dal sapore orwelliano (secondo l'Internet Movie Database, http://italian.imdb.com, la Disney americana avrebbe anche cercato di negare l'esistenza della sequenza stessa).
Voler negare gli errori del passato è a mio giudizio ancora più offensivo nei riguardi degli offesi; e avrei preferito che la sequenza fosse presente, nel film o almeno nel materiale aggiuntivo, con un commento che ne spiegasse il contesto e i motivi per cui è sbagliata. Certo, è più difficile affrontare il passato che nasconderlo; e il concetto di "politically correct" tanto caro ai nostri cugini d'Oltreoceano sembra nato per mascherare i problemi anziché risolverli.
Anche perché, in base a questo principio, quanti film e opere del passato dovrebbero essere modificati o eliminati perché offendono o stereotipizzano una categoria, dal Mercante di Venezia di Shakespeare a Via col Vento? E se, in base allo stesso ragionamento, si volessero eliminare tutte le pellicole in cui le donne sono rappresentate in posizione sottomessa o inferiore all'uomo, quanto resterebbe del cinema contemporaneo d'azione e d'avventura?
Sarà meglio che vada a rivedermi i miei James Bond con Sean Connery finché ne ho la possibilità...
 

© 2001 Edizioni Milano Publishing

Le immagini di "Fantasia" © Disney