La mia recensione ai tre volumi che sono stati presentati il 28 giugno alla Libreria Coop Ambasciatori di Bologna, come terzo incontro de “Il cinema ritrovato all’Ambasciatori – 8 libri di Cinema sotto le Stelle”.
“Anche se la sua fantasia non è mai al potere, Orson Welles è rimasto vivo, insieme alla sua fama di artista controcorrente (…) Quanti altri cineasti hanno potuto sostenere una posizione simile, a testa alta, disponibili a pagarne le conseguenze?”
Nel centenario della nascita di Orson Welles e nel trentennale della morte, due volumi diversi ma complementari con materiali provenienti dagli archivi della Cineteca Nazionale, e un volume di racconti sul cinema in cui la presenza di Welles viene evocata da Francis Scott Fitzgerald.
L’”Otello” senz’acca è dedicato alla “versione Scalera” italiana (e per questo “senz’acca”) del 1951 di The Tragedy of Othello di Welles, doppiata da grandi attori come Gino Cervi, Rina Morelli e Sandro Ruffini e custodita proprio presso la Cineteca; e al fondo donato a quest’ultima da Massimiliano Troiani, figlio di Oberdan Troiani che fu uno dei direttori della fotografia del film.
Alberto Anile, maggior esperto italiano di Welles e curatore del volume, analizza in dettaglio questa prima versione del film confrontandola con le tre più note (quella francese presentata a Cannes nel 1952, la versione americana del 1955, e la versione “restaurata” ma significativamente alterata del 1992) e ci porta a concludere che nonostante i piccoli errori che Welles avrebbe corretto nelle versioni successive, la prima versione è opera compiuta e non affrettata, una versione ”d’autore” quanto le altre – e in alcune sequenze superiore a queste – che meriterebbe di essere diffusa. Una cronologia della produzione stilata da Anile e numerose fotografie e documenti provenienti dal fondo Troiani completano e arricchiscono il volume.
Il nucleo di I mille volti di Orson Welles, che si riferisce a un periodo successivo della carriera di Welles, sono le fotografie che il giovane Maurizio Maggi gli scattò tra il 1969 e il 1971 durante la lavorazione dei mai completati The Deep e Orson’s Bag, e del The Merchant of Venice televisivo. Foto inedite e straordinarie, in alcune delle quali il cineasta dimostra il suo trasformismo diventando Winston Churchill, un poliziotto inglese, una massaia, un vecchio marinaio e naturalmente Shylock, o si confronta con il pupazzo di un ventriloquo; in altre è colto al trucco o durante pause della lavorazione; in tutte è Orson Welles, magnetico, irresistibile. Il volume, a cura di Emiliano Morreale, curatore della Cineteca Nazionale, è introdotto da Giuseppe Tornatore accompagnata da un’intervista a Maurizio Maggi e da brevi ma puntuali saggi di Alberto Anile, Paolo Mereghetti e Mariapaola Pierini.
I due libri, singolarmente e insieme, colpiscono per la bellezza del materiale iconografico e per la testimonianza che offrono della presenza e del lavoro in Italia di un artista che – ricorda Morreale – nonostante non venisse compreso dalla nostra critica considerò sempre il nostro Paese come una delle sue patrie.
Ancora Emiliano Morreale e Mariapaola Pierini hanno curato la scelta delle storie comprese in Racconti di Cinema, una delle più belle sorprese dell’ultima stagione editoriale, in cui Welles è coprotagonista, pur senza comparire mai, di uno dei più originali Racconti di Pat Hobby di Francis Scott Fitzgerald, a cui si affiancano in queste pagine Buzzati, Capote, Gadda, DeLillo, Apollinaire, Ray Bradbury, Nabokov e molti altri… cosa chiedere di più?
Racconti di cinema
a cura di Emiliano Morreale e Mariapaola Pierini
Einaudi, 2014